Quando un paese si ritrova, succede qualcosa di semplice e vero: si scambiano storie, sorrisi e gesti che legano il quotidiano al futuro. Il Brindisi di fine anno con la comunità di Varignana è proprio questo — un momento per incontrarsi, ascoltare e condividere ciò che si fa qui, insieme.
La serata è stata prima di tutto un incontro: il salone ha preso la forma di una piazza dove parlare a bassa voce, assaggiare un aperitivo e ascoltare brevi interventi. Accanto a famiglie e vicini, c’erano i collaboratori che ogni giorno lavorano sul territorio, e la conversazione ha messo in luce i piccoli progetti che rendono viva questa comunità.
Sono intervenuti il Fondatore Carlo Gherardi, la sustainability manager di Palazzo, Cecilia Bortolotti, e Chiara Del Vecchio, amministratrice delegata di Agrivar. Cecilia e Chiara hanno raccontato come il resort e l’azienda agricola lavorino insieme: da un lato la strategia di sostenibilità dell’hospitality, dall’altro la filiera corta che rifornisce le cucine e il nostro territorio — un connubio che trasforma scelte quotidiane in valore per il territorio. Ha portato invece parole di storia e profondità la dottoressa Valentina Di Stefano della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Bologna: il suo racconto sullo stato degli scavi del sito archeologico di Claterna ha tracciato un filo diretto fra il passato delle nostre colline e il presente che lo custodisce.
La dimensione concreta della serata è stata sottolineata da gesti tangibili: la consegna di due borse di studio — 500 € per Sofia Chiechi delle superiori e 1.000€ per Maria Francesca Siciliano, universitaria, entrambe residenti a Varignana: un segnale di attenzione verso le nuove generazioni e verso chi costruisce il proprio futuro qui, tra scuola e comunità.
Non si è trattato di una celebrazione formale ma di un gesto collettivo, un modo per consolidare relazioni e permettere alla comunità di cogliere i frutti delle attività quotidiane del resort e dell’azienda agricola. Ci piace pensare a questi momenti come a piccoli ponti — tra persone, generazioni e storia — che rinsaldano il legame con il territorio. È da qui, dal confronto sincero con chi vive davvero questo posto, che nascono le idee e la voglia di fare insieme, anno dopo anno.

